Anche quest'anno il Rapporto fornisce informazioni, dati aggiornati e linee interpretative sui recenti avvenimenti. Dopo un'introduzione di carattere generale, ampio spazio è dedicato all'analisi dei cambiamenti intervenuti nello scenario politico: il progressivo disimpegno degli Stati Uniti dal Mediterraneo, la fase di destabilizzazione dell'area con la crescente contrapposizione tra mondo sunnita e mondo sciita, la crisi del progetto d'integrazione euromediterranea. Un ampio focus è dedicato al fenomeno delle migrazioni, indagato sotto vari aspetti: il ricambio tra ingressi e uscite nel mercato del lavoro, che fa dell'accoglienza dei migranti una forma di riequilibrio demografico tra le due rive del bacino; gli elementi che caratterizzano il sistema migratorio, come la direzione dei flussi, la durata dei progetti migratori, la qualifica dei migranti, l'impatto sulle economie di provenienza; la frammentazione geografica, che tende a moltiplicare i luoghi di partenza e a dare centralità a quelli di transito; i processi di integrazione degli immigrati, fortemente condizionati dal contesto territoriale di accoglienza; le migrazioni viste da Sud, ossia le politiche migratorie di Egitto e Marocco. Nella seconda parte il Rapporto prende in esame i settori che maggiormente condizionano lo sviluppo delle economie dell'area.
Nata nell'aprile del 1951, la rivista ha sede a Bologna negli uffici dell'omonima Associazione di cultura e di politica che ne controlla la proprietà. È un bimestrale e i numeri sono rivolti in primo luogo a quelle componenti della società che paiono più interessate a un discorso civile orientato verso una prospettiva di modernizzazione.
Il governo guidato da Matteo Renzi ha suscitato, anche nel 2015, reazioni contrastanti. Per alcuni sono state completate riforme ritenute cruciali per la ripresa - mercato del lavoro, sistema bancario, scuola, pubblica amministrazione, legge elettorale - e con l'Expo di Milano è stata rivitalizzata l'immagine del paese all'estero. Altri hanno criticato i contenuti ma soprattutto il metodo utilizzato, in particolare l'uso di maggioranze variegate a seconda delle decisioni da prendere, il rifiuto della mediazione con le associazioni di categoria, e il forte accentramento nella presidenza del Consiglio. Nonostante le resistenze sul fronte domestico e i vincoli esterni, il governo è tuttavia riuscito ad imporre la sua agenda, almeno in ambito nazionale. Non altrettanto è avvenuto sul piano internazionale, dove, in partite cruciali come la lotta al terrorismo, la gestione dei flussi migratori e l'austerità in materia di bilanci pubblici, l'Italia ha avuto un ruolo spesso marginale.
Il "Rapporto Giovani" dell'Istituto Toniolo mette a disposizione dati, analisi, riflessioni, proposte di intervento che consentono di migliorare la conoscenza e la capacità di azione sulla realtà giovanile, confermandosi strumento utile non solo ai ricercatori, ma anche agli stessi giovani, alle loro famiglie, agli educatori, ai giornalisti, agli imprenditori e ai decisori pubblici. Questa nuova edizione offre un quadro aggiornato del "capitale umano in formazione", illustrandone i valori, le aspettative, l'impegno sociale, le scelte formative, i percorsi professionali, e costituisce un prezioso punto di riferimento per chi vuole conoscere comportamenti e aspirazioni delle giovani generazioni nel nostro paese. In aggiunta, l'edizione 2016 propone approfondimenti specifici su temi rilevanti quali la sfida del confronto multiculturale, la fruizione del tempo libero, l'interesse per le startup innovative e per la sharing economy. Ne emerge un ritratto a tutto tondo dei giovani, fragili di fronte alle molte difficoltà del presente, ma anche "affamati" di opportunità e di occasioni per mettersi in gioco e fare esperienze di valore.